Il rospo smeraldino

 

Il rospo smeraldino (Bufo lineatus, ex Bufo viridis) è un anfibio dell’ordine degli anuri (anfibi senza coda). Presenta una livrea chiara con macchie verdi, da cui il nome, iride gialla con pupilla ellittica e ghiandole preposte alla respirazione cutanea più subparallele e allungate del rospo comune (Bufo bufo). Di solito il maschio di rospo smeraldino misura 6-8 cm e la femmina, più grande, 8-10 cm. La specie è rigorosamente protetta dalla Convenzione di Berna per la salvaguardia della fauna minore e dall’allegato IV della Direttiva Habitat. Anche se non in pericolo di estinzione, il rospo smeraldino è minacciato da attività umane come l’inquinamento e la distruzione degli ambienti umidi. Al pari di altri anfibi, è un prezioso indicatore biologico della qualità dell’acqua, elemento al quale lega la propria esistenza soprattutto nelle fasi della riproduzione.

Ciò è tanto più evidente in primavera (aprile-maggio) nelle zone umide dell’Area Marina Protetta Torre del Cerrano, allorché i maschi si aggrappano al dorso delle femmine e fecondano le migliaia di uova che queste depongono in cordoni gelatinosi aderenti alla vegetazione acquatica e fluttuanti alla tenue corrente. La temperatura dell’acqua determinerà la velocità della schiusa delle uova e della successiva metamorfosi delle larve (girini) in piccoli rospi. Al contrario di altri anfibi, i girini di rospo smeraldino tollerano elevati gradi di salinità nell’acqua, come dimostra appunto la loro presenza a pochi metri dal mare nel territorio dell’Area Marina Protetta, sono grigi o marrone e lunghi fino a 4,5 cm. Con l’avvicinarsi dell’estate, l’innalzarsi della temperatura comunica ai girini il pericolo che la pozza in cui nuotano e si alimentano si prosciughi. Così spuntano prima le zampe posteriori e poi quelle anteriori. L’apparato digerente si trasforma nel passaggio da una dieta onnivora a una insettivora. Nel giro di 1-2 giorni, con l’assorbimento della coda e la perdita delle branchie, si completa la metamorfosi, durante la quale il metamorfosando è rimasto completamente a digiuno. Il piccolo rospo smeraldino comincerà a nutrirsi di insetti e altri piccoli invertebrati a un giorno dalla sua trasformazione.

Al termine della metamorfosi, capita di scorgere una miriade di piccoli rospi saltellare sulla spiaggia, mentre migrano dal corso d’acqua, sempre più stagnante e secco, verso la duna e i terreni retrostanti. Così, al rischio di diventare preda di serpenti e uccelli, si aggiunge quello di essere schiacciati dalle automobili. Nel caso del territorio dell’Area Marina Protetta Torre del Cerrano, questo pericolo è perlopiù circoscritto alla stradina che conduce dal sottopasso ferroviario alla Torre, dove il muraglione di cemento armato su cui passa la ferrovia rappresenta una vera e propria trappola ecologica, mentre altrove la biopermeabilità è favorita dai sottopassi in corrispondenza degli alvei dei piccoli corsi d’acqua a dimostrazione, una volta ancora, del loro immenso valore ecologico da conservare integralmente.

Mario Cipollone