Atri-Cerrano: esito e prospettive della candidatura UNESCO

 

L’ambizioso progetto della proposta di candidatura del comprensorio Atri-Cerrano per l’iscrizione nella World Heritage List dell’UNESCO ha avuto una battuta d’arresto con la risposta negativa del Ministero per i Beni e le Attività Culturali all’avvio del procedimento.
Fin dall’inizio era nota la difficoltà di avere un positivo riscontro a una proposta del genere. Purtroppo poca è stata la consapevolezza del lavoro necessario per portarla avanti in modo competitivo. Però questo risultato non può essere considerato del tutto una sconfitta.
Silvi Alta e Torre Cerrano
In effetti, il Ministero innanzitutto precisa la sua competenza per i soli aspetti culturali: due soli criteri su quattro (iii e v), relativi al patrimonio culturale, sono quindi stati presi in considerazione (si veda il precedente articolo in cui sono stati illustrati i criteri proposti). In conclusione afferma che “la proposta non appare in sostanza perseguibile giacché non ne è dimostrata in modo analitico l’eccezionalità sulla base dei valori che si vogliono presentare”.
Ciò vuol dire che, da un lato, la valutazione della proposta resta parziale, limitata al solo aspetto culturale, tralasciando quello naturalistico; dall’altro, la risposta non esclude a priori un’eccezionalità, ma evidenzia l’assenza di una convincente analisi a dimostrazione delle proposte.

Atri e colline
Comunque, il percorso intrapreso, come ha ribadito il “portavoce” del comitato promotore, il presidente del consiglio comunale di Pineto Ernesto Iezzi, ha reso possibile la raccolta di un esteso patrimonio di informazioni, che tornerà utile in altre iniziative di integrazione territoriale del comprensorio.
A questo punto sarebbe auspicabile, considerando il patrimonio naturale del comprensorio Atri-Cerrano, partecipare al programma UNESCO Man and the Biosphere, per il riconoscimento di ampia parte del territorio come Riserva della Biosfera, visto che ci sono tutte le potenzialità: le aree protette già presenti, il pregio naturalistico di altre aree contigue, le politiche di promozione per una relazione equilibrata fra la comunità umana e gli ecosistemi, sono tutti elementi forti per l’obiettivo di riconoscimento.
Infine, per poter valorizzare il patrimonio culturale nella sua possibile eccezionalità, l’obiettivo dovrebbe essere quello di investire di più in ricerca, per poter essere veramente competitivi in una dimostrazione analitica del valore dei beni.

Francesco Verrocchio

 

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